In questi giorni, dall’arrivo di Adi e Tulku, ho ricevuto diversi messaggi in cui mi si chiedeva della stranezza dei loro nomi: perché? Da dove vengono? Cosa significano? A tutto esiste una spiegazione, anche quando non la troviamo. Anche quando sembra non esserci. Perché ogni cosa, nell’Universo, ha un significato e un significante.
Adi e Tulku sono due nomi che appartengono ad un mondo antico, lontano; quasi scomparso. I fili del tempo mi hanno legato a questo mondo moltissimi anni fa. Non spiegherò il come, il quando e il dove; certi ricordi e legami debbono necessariamente perdersi nell’oscurità dello spirito. Ma racconterò il perché. Perché Adi e Tulku? L’origine di questi nomi – e la loro lingua – è quella Po, ossia tibetana.
Il Tibet – grazie anche alla commistione tra l’antica religione tradizionale Bon (o Po) e quella del Buddhismo Lamaista – è stata una culla di civiltà meravigliosa! Oggi, ciò che resta di quell’antico e lontano mondo è legato a piccole aree del Nepal e alcune regioni di stati confinanti. Perché la storia ha mostrato come le idee occidentali filtrate in Cina alla fine negli anni ’40 del Novecento abbiano distrutto e rovinato ogni cosa che di tradizionale e antico pulsava e vibrava in quelle terre. Ah l’Occidental Pensiero, quanti danni ha fatto sul Pianeta Terra!
I nomi, per me, sono importanti: manifestano fisicamente l’entità spirituale di un corpo. Così ho voluto battezzare laicamente i miei nuovi compagni di avventura con due nomi che spero possano rappresentare al meglio il loro essere e la loro natura. Adi è la contrazione di un nome più lungo: Adi Buddha, che significa Buddha Originario. Si tratta di un ente supremo, primordiale e ancestrale, assoluto, dal quale emanano tutti gli esseri celesti. Non entrò in dettagli. Tulku significa, invece, Corpo in Trasformazione. Questo termine è utilizzato per riferirsi a chi è considerato come una reincarnazione di un santo, di un grande maestro o/e di una divinità.


Il Tibet e la cultura tibetana accompagnano il mio cammino da decenni, oramai. Solo per un fatidico incidente non sono ancora riuscito ad andare – in questa vita – in quelle terre. Un ritorno, poiché ogni cosa torna alla sua origine: così come il corpo ridiviene sabbia e cenere, così l’anima torna dove sono custodite le proprie radici, al confine del Mondo, al suo Centro, alla sua Agarttha, per poter poi unirsi e brillare nell’Universo. Dalla cultura lamaista ho appreso (e continuo ad apprenderla) la pazienza, poiché il mio maestro ha tenacemente a lungo frequentato e vagato per quelle terre: lui, che ha saputo essere venditore di tappeti, sciamano, mistico e closhard.


Nella cultura tibetana lamaista, grossa importanza riveste il ruolo del cane. Una leggenda tradizionale lega questi animali alla Sacra Conoscenza del Mistero della Reincarnazione. Infatti la credenza dice che se i monaci, durante la loro vita umana e monacale, non sono stati monaci impeccabili rinascono e si reincarnano con sembianze di cane: perché il cane, animale che può stare così tanto vicino all’uomo, può nuovamente “apprendere”, in un rapporto vivo e fiorente con l’uomo stesso. È per questo motivo che nei monasteri si trovano spesso cani che dormono sui cuscini o passeggiano indisturbati e tranquilli: sono amati, trattati amorevolmente e con molta compassione, proprio perché in essi si è anche reincarnato un Fratello. Testimonianze di amici mi dicono che spesso se ne vedono diversi, di cani, che si riparano dal freddo pungente sotto le socche dei monaci.

Adi e Tulku, entrando nel mio team e nella mia Jaranga, portano con loro e coi loro nomi questo legame con una terra lontana a me così cara e vicina. Nella speranza che possano contribuire anche loro alla continuazione concreta del nostro progetto, sempre più avvincente, sempre più vero e sempre più vivo. Benvenuti, Adi e Tulku, nello Jaranga Siberian Husky Team!
Viva i Siberian Husky, viva la montagna e la natura e buon cammino!


Per le fotografie del Nepal, ringrazio i miei amici Gigi, Patrizia e Loredana che di recente sono tornati in quelle terre per seguire alcuni progetti della Associazione EcoHimal Italia Onlus.
Rispondi