XX Campionato Europeo ECF di Canicross, Bikejoring e Scooter 2017 a Santa Maria Maggiore. Indi, Ciuk, tenda e una competizione continentale che abbiamo cercato di vivere fino in fondo, divertendoci e trasformandola in un’esperienza anche formativa. Il tutto nella cornice della Val Vigezzo. Questa è stata anche l’occasione per poter vedere centinaia di atleti stranieri all’opera: vedere i loro cani; le varie tipologie di cani impiegati in questo sport, la dedizione e cura dei dettagli (in molti di loro) verso i compagni a quattro zampe e correre insieme a loro. Ed è stata la giusta manifestazione per osservare e valutare Indi in un contesto internazionale: soprattutto mentale.
Con Indi e Ciuk siamo arrivati a Santa Maria Maggiore mercoledì 11 ottobre, nel pomeriggio; il tempo necessario per “acclimatarci” (come direbbero i miei amici alpinisti) e subito a fare le dovute ricognizioni e considerazioni sul percorso. Oltre, naturalmente, ad ascoltare i pareri di chi da anni – nella compagine italiana – partecipa a competizioni di questo livello.
Il percorso (di poco inferiore ai 6 km) si snodava inizialmente per 2 km lungo un tracciato erboso, prevalentemente in leggera salita. Successivamente si entrava nella zona del trail più tecnica con salite brevi ma dalle pendenze impegnative e discese altrettanto ostiche, soprattutto per i binomi in bicicletta e in scooter. Da lì, ci si immetteva in una lussureggiante pineta, con rettilinei, leggere salite, dossi e discese, per poi concludere l’ultimo tratto su prato con diverse varianti tecniche.
Valutando bene le potenzialità di Indi e considerando gli allenamenti di inizio stagione sin qui svolti, sapevo che fisicamente il mio Siberian Husky avrebbe retto senza problemi. Era mio dovere, da conduttore, gestirlo mentalmente. Credo infatti che in ogni tipo di competizioni ed avventura sia importante l’aspetto mentale del cane; il cane deve sempre arrivare mentalmente riposato, con la voglia di andare oltre il ‘traguardo’ stabilito. Questo era quello che più mi premeva: portare Indi al traguardo che…trainasse con la carica ed energia vitale che contraddistingue il tipico desire to run dei cani da slitta.
Scooter, Indi e via…. Partiti! Sabato alle ore 10.49.30 e domenica alle ore 10.04.30.

Alla fine com’è andata? Benissimo. Entusiasta di questa partecipazione. Indi, da Siberian Husky, ha fatto il suo lavoro di cane da slitta. Nella parte più tecnica ed impegnativa – ossia quella con salite particolarmente dure – ho contribuito con piacere al lavoro del cane, spingendo lo scooter col classico movimento che tanto ricorda quello che si compie sulla slitta (oltre al correre ovviamente). Correre è in fondo una forma di condivisione. Nella zona di ‘falso piano’, in discesa e sul piano ha trainato (e lo dico con orgoglio) con un’impetuosità ed entusiasmo – fatto salvo qualche momento di “distrazione” – che si sono conclusi con un abbraccio ai rispettivi traguardi (della prima e della seconda manche). Andiamo a casa contenti e soddisfatti. Lontano dalla parte ‘nobile’ della classifica, ma felicissimi.

In mezzo ai mostri dello sprint come i Greyster o i vari Hound (cani appositamente selezionati per questo tipo di lavoro e competizioni veloci) guardare ossessivamente il cronometro sarebbe stato da folli e irrispettosi delle capacità del mio cane. Io ero concentrato sul lavoro del mio Siberian Husky e sul suo lavoro mentale. Volevo sentire il cane; e averlo visto correre, prendendo il suo ritmo dei 14/15 km all’ora (velocità media con la quale corrono generalmente i Siberiani) e in allunghi a velocità più elevate, mi ha riempito di gioia. Indi è stato un cane capace di ascoltarmi: si è dosato e ci siamo dosati. Ha galoppato quando si doveva galoppare e trottato quando doveva trottare (da cane-maratoneta quale è e considerando il lavoro che sto facendo con lui e Ciuk). Questo gli ha permesso di arrivare carico e mentalmente riposato all’ultimo chilometro, dove ha corso e ‘tirato la volata’ fino al traguardo: sempre davanti, sempre con la linea in tensione. Questa è la gratificazione che più ci elettrizza. Stiamo lavorando bene; e ciò che più ci spinge a continuare è che di lavoro ne resta da fare ancora moltissimo. Pur sapendo che Indi non è un leader ma un ottimo cane da Team! E Ciuk inizia a scalpitare….
Il XX Campionato Europeo ECF 2017 è ora alle spalle e con esso si chiude un capitolo che reputiamo importante. Questi mesi ci hanno fatto capire qual è la strada che vogliamo prendere, la strada che abbiamo nel sangue. La strada che meglio soddisfa l’indole e la genetica di un cane da slitta come il Siberian Husky. Il bello è appena iniziato! Ci vorrà tempo e pazienza… ma il tempo è relativo e non ci manca! Buon cammino e viva i Siberian Husky.
Post Scrittum. L’evento perfetto non esiste. La perfezione è una chimera delle società moderne che tanto rovina le nostre aspettative. L’unica cosa che può tendere alla perfezione è la coscienza, ma questo è un altro discorso. Gli eventi e tutto quanto fatto dall’uomo sono imperfetti, poiché l’uomo è imperfetto. Perché l’imperfezione? Per spingere noi stessi a fare sempre meglio, perché meglio si può sempre fare.
E’ stato un europeo organizzato bene; anche con quel giusto pizzico di attenzione. Attento e curato è stato l’aspetto medico-veterinario. Il trail ben tracciato e segnato; i luoghi di aggregazione ben visibili. Anche l’impiego dei ragazzi dei licei, inseriti nel progetto di alternanza scuola-lavoro, è stata una mossa intelligente: responsabilizzandoli, hanno toccato con mano questo sport e il dietro le quinte di una manifestazione continentale. Un applauso e un grazie a quanti hanno permesso di vivere tutto ciò a centinaia di cani coi loro umani. E un grazie alle ragazze e i ragazzi del Team Italia Csen.
Un europeo che nel nostro piccolo ricorderemo come esperienza positiva!

I ringraziamenti appaiono spesso forzati, ma credeteci, questi sono del tutto sinceri. Grazie a te Indi, compagno inseparabile di mille sane ‘follie’. Grazie a Francesca (con la mitica Ira: un Siberiano letteralmente vulcanico) e Federico, amici e compagni di numerose avventure vissute in poco meno di due anni (e molte saranno quelle future) e con i quali abbiamo condiviso anche questo europeo; grazie a Marco Ossola che continua a stimolarci e che ormai ci ha letteralmente contagiato con quel meraviglioso virus che è il mondo del mushing (che intravediamo ancora da lontano: attesa e pazienza, questo è il segreto); grazie a Filippo Cattaneo che costantemente ci ricorda cosa è stato, cosa è e cosa dovrebbe essere un buon Siberian Husky. E un grande grazie a quanti continuano a seguirci, a scriverci, a vederci, a parlarci e a salutarci. La condivisione con l’altro è forse uno degli aspetti più belli dell’esistenza umana. Condivisione umana e non fittizia, di interesse, virtuale o da social network!
Un grande ringraziamento va a quanti ci hanno permesso di vivere tutto ciò e a quanti sostengono il progetto dello Jaranga Siberian Husky Team.
In particolar modo ai nostri partners:
SBK ITALIA – sport and job for your dog!
Rispondi